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giovedì 26 aprile 2012

Riflessioni della sera

Noi esseri umani siamo patologici...continuiamo a commettere gli stessi errori e non impariamo mai; parliamo e facciamo demagogia spicciola sul senso della vita, sulla pace e la serenità, sulla voglia di vedere o dar vita ad un mondo migliore di quello che abitiamo e poi non siamo capaci di trasportare la coerenza delle nostre parole nel fatto quotidiano, nell'immediato della nostra vita familiare, lavorativa o semplicemente di relazione. Siamo patologici, dicevo prima, perchè c'è come un cancro invisibile che ci compenetra l'anima e che fa di noi uno strumento a volte letale, non solo quando si fa la guerra con le armi ma anche e soprattutto con le parole, con gesti di una assurdità e cattiveria davvero inutili. Nei luoghi di lavoro si assiste ad una quasi costante corsa al denigrare qualsiasi persona per il semplice gusto di ferire...in famiglia si corre di continuo per cercare di fare il massimo con il minimo sacrificio poi all'improvviso si scopre che hai fatto il massimo e qualcun'altro furbescamente faceva altro, dimenticando le promesse ed i buoni propositi...e poi i cosiddetti amici che amici non sono..quelli che ti sorridono ma che ti vedono come il fumo negli occhi...quelli che provano invidia non si capisce per cosa visto che hanno molto di più di te..ma quel cancro devastante dell'ingiuria e dell'arroganza si impossessa di loro diventando linfa vitale senza la quale pare che la gente non riesca a portare avanti la giornata.
Io spesso  mi trovo a discutere con persone che pensano di non sbagliare e sbagliano di continuo, che vanno a confessarsi tutte le domeniche e se possono ti rovesciano ogni cattiveria possibile addosso e poi...poi dulcis in fundo c'è chi avendo vissuto in gioventù nella maniera più scellerate fregandosene di tutto e di tutto, provando ogni sorta di piaceri e gratificazioni e avendo fatto qualche piccola opera di carità si erge a giudice decidendo cosa sia giusto e cosa non lo è. 

Ma dico io...se la gente parla bene e razzola male come ci si difende?? 
La maggior parte risponde a questa domanda..- "con la stessa moneta ! ". Ma è giusto cambiare in virtù di gente che tanti scrupoli non se li fa? Si innescherebbe una staffetta di cattiveria assurda ed inutile di cui poi ad un certo punto non si ricorderebbe da dove sia partita.
Ah!..Dimenticavo..c'è pure chi scambia la bontà con il buonismo (però sempre di propria opinione si tratta).
A queste persone dico semplicemente questo:- non sporcate i vostri pensieri con le parole, offendereste la vostra stessa intelligenza-.
La bontà esiste nel momento in cui noi stessi ne siamo predisposti..così come la verità esiste quando noi stessi non mentiamo mai. Infatti chi non mente non comprende se l'altro stia mentendo non ne vedrebbe la ragione intrinseca perché non vive nella menzogna.
"Non fare agli altri ciò che non vuoi venga fatto a te" è il motto, il comandamento, lo stile di vita, chiamatelo come vi pare che io seguo da sempre e che insegno a mio figlio e di cui parlo spesso con i ragazzi...non ci vuole molto quando la discussione degenera far comprendere che ciò che può dare noia a te forse da noia anche agli altri...ciò che vorresti non succedesse mai a te non deve succedere a nessun altro per mano tua.
Questo non è buonismo spicciolo, questo è il senso della vita, è mettere la speranza nelle mani di chi ti sta di fronte senza timore; questa è la consapevolezza che troverai una mano tesa che ti aiuterà senza chiedere nulla in cambio e che gioirà per te, che sarà triste con te e che penserà a te anche nel silenzio anche se vai via per sempre. La vita sulla terra è un passaggio e molti credono che fare i buoni qui sulla terra dia loro diritto ad una miglior vita nell'aldilà... non bisogna "fare" i buoni bisogna esserlo nell'anima come nei gesti, come nelle parole e gli atteggiamenti..è qui sta la difficoltà poiché viviamo in un mondo di apparenza, di convenzioni e di pensieri inculcati dalla moda di turno per ritrovarci ancora oggi nel 2012 a pensarla esattamente come 100 anni fa seppur vestiti meglio e meglio acconciati..ma, sostanzialmente forse peggiori dei nostri nonni che, seppur nell'ignoranza dei tempi, erano più di cuore e più intelligenti di noi.

lunedì 16 aprile 2012

I poeti non dormono mai...

"i poeti non dormono mai" raccontò tra i versi Alda Merini... 
Li raccontò al giornalista che volle sapere i perché della poesia...


Si nasce poeti?? si diventa poeti??
Perché ancora oggi si cerca la poesia, cosa ci dice, cosa ci dona, chi è il poeta?




Beh, io non so dare risposta a queste domande..forse molti di voi più esperti e più attenti di me potrebbero farlo, ma ho pensato che in fondo siamo tutti un po' poeti, anche chi non sa scrivere quello che prova in maniera efficace ma la cerca, ne sente il bisogno...la desidera la poesia per interiorizzare un evento, quando si cerca la frase giusta o i versi che possano rendere più leggera ed apprezzabile una conversazione.

     Cerchiamo la poesia consolatoria nei momenti tristi forse più di una preghiera...perché?
Non bastano le parole che ci sentiamo dire da chi ci è vicino ed allora i poeti arrivano con quelle ali magiche a sondare l'infinito e scandagliare il profondo.

     Sono loro a leggerci dentro o noi a trovare significati reconditi?

Sovente nei momenti tristi quando il mondo ci crolla addosso, leggere una poesia che descriva lo stesso tuo stato d'animo e che chiude con la speranza..oppure leggere una storia simile o peggiore della tua ti fa rialzare la testa, ti fa pensare..regala a noi tutti la possibilità di capire fino in fondo quale forza abbiamo.

     I poeti dunque non dormono mai...è così, nel silenzio del buio, si accende la luce della mente, il suono dei pensieri, il vociare dell'anima...quando il mondo non interferisce con i suoi rumori la mente canta la sua melodia all'anima ed al cuore che la trasformano in pensiero, in musica, in arte... ci ridona la possibilità di essere primordiali persino eterei...

          Per fortuna, i poeti non dormono mai...con la  loro poesia tengono sveglie anche le nostre anime.

giovedì 12 aprile 2012

...*...*

Mi piace pensarti,
mentre fendi con il volto l'impetuoso vento di maestrale...imperscrutabili i tuoi pensieri non rivelati mai ad anime terrene e donate all'eco di montagna, come se solo quella gola possa capire il tuo animo.

Mi piace guardarti,
mentre fiero di te, per ogni piccolo passo in avanti dopo l'ennesima caduta, ti dirigi verso terreni inesplorati poiché così tu percepisci la vita;

Mi piace accarezzarti,
mentre le rughe disegnano il corruccio ed il sorriso dopo la lite e dopo la quiete poiché così tu chiedi scusa e poi...poi l'abbraccio ed il pianto ti rende mansueto come l'aquila quando al nido riposa.

Mi piace ciò che sei e ciò che hai costruito negli anni, tassello dopo tassello, senza aiuto alcuno e se mai sorriderai agli errori del passato non voltarti indietro...le briciole da te abilmente lasciate, i passeri le han già tutte divorate nutrendo chi, dei tuoi sogni aveva più bisogno.


giovedì 5 aprile 2012

Riflessione

 Sto guardando i miei lavori di qualche anno fa...,        
 
un Cristo flagellato dipinto su vetro,

e un Cristo agonizzante fatto con i gessi colorati su foglio bianco.

Osservo quel viso sofferente e mi chiedo come le mie umili mani poco esperte di allora, siano riuscite a rendere tangibile il phatos di quei momenti. Vorrei poter riprendere un pennello in mano e forse un giorno lo farò a Dio piacendo... adoro l'espressività dei volti e le emozioni che, piccoli solchi del tempo chiamate volgarmente rughe, danno sovente a chi guarda.
Penso a come siano inespressivi i volti di chi continua a tirare e tirare su pelle per sembrare più giovane, quasi irreale e quanta realtà di vita invece donano i volti rugosi e pacifici dei nostri nonni.
Il ritratto è l'espressione massima dell'anima umana; dentro un volto c'è un'intero universo che parte dagli occhi e discende sulle linea dei nasi più particolari e giunge alla bocca così diversa per ognuno di noi..e poi il mento sostenuto dal suo collo e le guance che sorridono con i simpatici avvallamenti chiamate "fossette".
Sì..mi piace scrutare i volti e spesso mi ritrovo a capire persino cosa si cela dietro...dalla sofferenza alla serenità, dall'altruismo alla severità..il volto è un libro aperto ed il sorriso se non dato col cuore tradisce da subito chi si sta sforzando di darlo.
Dobbiamo imparare a guardare i nostri volti e i volti di chi abbiamo di fronte, scrutare i dettagli, anche e soprattutto le imperfezioni che lo rendono unico. Dobbiamo guardare la gente negli occhi e capire cos'ha da dire ed osservare l'inclinazione che dà il nostro interlocutore alla sua testa mentre ci parla. Quando è rigidamente teso e dritto vuol dire che non si sente a suo agio, sta sulle sue e non vede l'ora di finire la conversazione...quando è inclinato verso destra quasi a voler percepire la dimensione tridimensionale che ha la persona con cui sta interagendo vuol dire che ha voglia di scoprire e di capire cosa sta dicendo, evidentemente la trova interessante.
Quando poi la testa volge a sinistra...beh due son le cose ho gli fa male il collo oppure sta evitando che il sole lo abbagli!! ahahah ovviamente tutto ciò è nell'immaginario collettivo ma in linea di massima l'atteggiamento e le espressioni del volto tradiscono i pensieri di ognuno di noi.
Fate, ad esempio caso agli occhi...se qualcuno vuole sembrare romantico ed ammaliatore tende a stringerli dandogli un taglio delicato come se restasse abbagliato dalla persona che ha di fronte...mentre chi vuole sembrare aggressivo gli occhi di norma li sgrana e corruccia la fronte.
Queste ed alcune altre tecniche servono a capire chi abbiamo di fronte a noi ma poi in realtà ci serve??? Possiamo davvero fermarci alla superficialità dell'esperienza estetica?? Possiamo giudicare una persona dagli atteggiamenti che tradiscono un periodo della vita che in quel momento sta conducendo?? E se prima non era così? e se poi un domani non sarà più così??
Che fare allora?? Rispolverare l'istinto dimenticato?
Si, forse dovremmo farlo tutti,  l'istinto è ciò che da subito senti dentro. L'affinità che si crea tra due o più persone, è spesso inspiegabile eppure accade. Dunque l'istinto che abbiamo come creature appartenenti al regno animale non ci tradisce mai se ben lo sappiamo ascoltare..il guaio che non lo seguiamo e cominciamo a ragionare con la testa inserendo i perchè, i come, i quando e i se!
Ed ecco che roviniamo tutto;
chissà se in questa vita ci sarà data l'opportunità di liberarci da queste corde intessute dalla società per poterci finalmente confrontare semplicemente con ciò che madre natura ci ha donato, con lo sguardo, con il corpo, con il tatto e poi in ultimo con la mente.
Voi cosa ne pensate?