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sabato 20 ottobre 2012

stesse emozioni...stesso dolore!

Rivedo le emozioni del tuo sorriso mentre percorri accanto a mio figlio il percorso stabilito...
Tu, l'unico sportivo da entrare nella sua stanza per restare nel suo cuore;
Tu, l'unico sorriso che non si riesce a spegnere, né ad annullare...
Tu! Sempre e per sempre Tu Marco!
Nessuno mai ti porterà via dai nostri cuori e dai nostri occhi..non si può dimenticare la tua semplicità e la tua generosità...non si può!

http://respirovita.blogspot.it/2011/10/ciao-marco.html

martedì 16 ottobre 2012

PER BARBARA ...

Ciao Barbara, mi è sembrato fuori luogo dilungarmi nel tuo blog ed ho quindi preferito fare un post per spiegare questo meraviglioso testo.
Retour à la vie, scritto in collaborazione con l'amico e autore Yann Gillon, è praticamente la messa in musica di ciò che Emmanuel Moire ha provato quando, dopo tre anni di repliche del musical "Le Roi Soleil" di cui era il protagonista, le luci del palcoscenico si sono spente. I suoi sentimenti misti a malinconia ma nel contempo visti come una liberazione dal peso di cotanto personaggio scenico, sono stati abilmente narrati in questa canzone. Emmanuel, ( affettuosamente Manu ), si presentò al provino del re sole con una canzone classica del repertorio francese ma sbaragliò i 3000 partecipanti quando gli fu chiesto di cantare una canzone a piacere e lui cantò Margherita di Riccardo Cocciante. La platea era attonita..non vi furono dubbi lui sarebbe stato il Re! Ho vissuto tutto il suo percorso d'artista e di uomo..i suoi tormenti dopo la morte del suo gemello ( a cui dedicò la canzone Sois Tranquille ), i successi e il suo coming out dichiarato apertamente proprio dopo la morte di suo fratello. Insomma quello che canta lo sente dentro..non finge mai. Mi ricordo in particolare quando fece insieme alla troupe del re sole una visita all'ospedale pediatrico oncologico. Tutti cercavano di sorridere, di portare serenità a quei bambini ma, mentre camminavano nel corridoio, all'improvviso Manu sparì dietro una porta... quando la dottoressa che li accompagnava aprì quella porta lo trovò in lacrime..profondamente turbato e che tentava di riprendersi per non lasciar trasparire il suo stato d'animo ma non ci riusciva. Ci volle più di mezz'ora per riuscire ad avere una parvenza di serenità ma fu l'unico a promettere che spenti i riflettori quando nessuno avesse saputo lui sarebbe tornato a dare una mano ai piccoli ospiti e così è stato ed è ancora oggi. Questo è Emmanuel Moire...ed io sono felice di averlo raccontato
Grazie a te Barbara che me ne hai dato occasione gradendo la sua musica.



 Retour à la vie
 Emmanuel Moire
Ritorno alla vita

Deux rappels et un dernier bonsoir
je m`en vais
par le même couloir
dans la loge on me sourit
remercie

pas d`appels
mais un ancien message
je m`efforce
de tourner la page
à l`arrière de ce taxi
dans la nuit

moi l`étais
bien plus qu`un homme en quelques heures
porté, accueilli en vainqueur
main le temps de le vivre
c`est le retour à la vie
pour moi

un hôtel
et plus personne pour voir
qu`à présent
je suis seul ce soir
à chercher comment dormir
dans mon lit

moi l`étais
bien plus qu`un homme en quelques heures
porté, accueilli en vainqueur
main le temps de le vivre
c`est le retour à la vie
pour moi

Moi, j'étais bien plus qu'un homme en quelques heures
Comblé, applaudi et sans peur
Mais le temps de le vivre
c'est le retour à la vie pour moi, pour moi

Mais le temps de le vivre,
c'est le retour à la vie pour moi

comme la veille
j`attends la scène, le noir
puis j`entends
ceux qui viennent me voir
et je sais que j`ai envie
d`être en vie

Due richiami (intesi come bis o uscite in palcoscenico) e l’ultimo buonasera
Io me ne vado
Da quegli stessi colori
Dalla loggia mi sorridono, …ringrazio

Nessuna chiamata
Ma un vecchio messaggio…
Mi faccio forza
di girare pagina
Dietro questo taxi
Nella notte

Io sono stato
Ben più che un uomo per qualche ora
Indossato, acclamato… un vincitore
Ma il tempo di vivere
è il ritorno alla vita
Per me


Un hotel
E tante persone per vedere
Ora che
sono solo stasera
A cercare  come dormire
Dentro il mio letto

Io sono stato
Ben più che un uomo per qualche ora
Indossato, acclamato… un vincitore
Ma il tempo di vivere
è il ritorno alla vita
Per me


Io sono stato 
Ben più che un uomo per qualche ora
Completo, applaudito e senza paura 
Ma il tempo di vivere
È  il ritorno alla vita per me, 
per me!

Ma il tempo di vivere
È  il ritorno alla vita…per meI

Come prima
Io sento la scena, il nero
Poi sento
Coloro che vengono a vedermi
E io so che ho voglia
Di essere vivo.




lunedì 8 ottobre 2012

VENTO D'AUTUNNO



Sfrigola sui tetti,
delicato, a tratti deciso, spesso violento;
solleva le leggere fronde,
come le tenui gonnelle delle passanti.

Le foglie caduche e ingiallite
paion fazzoletti lasciati cadere con otelliana maestria.

Tutto t’incanta lo sguardo:
quei colori d’autunno,
il tepore dell'aria,
la magia dei tramonti,
la letargia che madre natura sempre impone
poiché non c’è vita se non c’è morte.
e la nebbia tutto avvolge…

Profumo di muschio e di licheni
s’alterna al dondolio dei rami,
scricchiola il tappeto di foglie
sotto il quale già la vita si raccoglie.

Piccoli roditori corrono su e giù presi dalla frenesia
di cotanta abbondanza di cui far scorta,
riempiono le tane di ogni leccornia
per poi dormire chiudendo la porta.

E l’albero maestoso ahimé ormai spoglio,
preferisce dormire
per non guardare nel lago riflesso
le sue grazie esposte e spoglie.

martedì 2 ottobre 2012

festa dei nonni: Una storia d'altri tempi


Scrissi questo racconto-verità sui miei nonni , dopo una lunga serata in compagnia della zia più anziana della famiglia che mi raccontò la loro storia..per non dimenticare trascrissi tutto ed è per me un emozione forte rileggere e ricordare i suoi occhi... quanto brillavano mentre la mente tornava indietro e tra le lacrime ammiravano il più bel film che avesse mai visto...la storia di Sabina ed Antonio.
Oggi è la festa dei nonni, anche dei miei dunque, ed io voglio far in modo che rivivano anche nei miei ricordi...spero che abbiate pazienza nel leggere, è un po' lunga.


una storia d'altri tempi...
Categoria: Scrittura e poesia

Da quando ero piccola ho sempre immaginato, attraverso i racconti di mia zia, la vita dei miei nonni paterni che non ho avuto il piacere di conoscere.
Quando si parlava di loro i miei parenti alzavano gli occhi al cielo come se si stesse parlando di persone che non sono mai appartenute a questo mondo. Mia nonna era una donna mite, dolcissima, che amava circondarsi di cose belle e se non l'aveva, perché non particolarmente ricca, era capace di crearle intorno a se come una vera maga...;
mio nonno, pare sapesse leggere "il ritiro", uno di quei libri strani tipicamente arcaici e popolani, di cui si son perse le tracce: tra quei fogli e le sue attente deduzioni, leggeva il futuro o tentava di farlo, in base all'ora siderale di nascita;

Infatti, pare che lui sapesse già dove l’amore per mia nonna l'avrebbe condotto...che il suo dolore sarebbe stato grande; però la passione e l'alchimia era così speciale che lui volle sfidare il destino e s'innamorò, perdutamente e dolcemente di lei.
Erano due persone speciali, mi dicono sempre: quando lui le faceva la corte portava in groppa al suo bel cavallo ben legato alla sella, il suo grammofono, che a quei tempi era in possesso a poche persone,… la musica era per mio nonno linfa vitale, piuttosto avrebbe rinunciato a mangiare ma il grammofono doveva essere suo! I suoni si propagavano nell'aria della piccola stradina che si incamminava verso la cattedrale, tutti si affacciavano ad ammirare quel giovane uomo che cercava di colpire il cuore di quella bella fanciulla dagli occhi verdi.
Ci riuscì..

Di li a poco si sposarono, andarono ad abitare in una piccola casa adiacente l'abitazione della mia bisnonna, un'unica stanza enorme dove c'era di tutto, magistralmente nascosto dalla splendida inventiva della nonna.. aveva creato paraventi coloratissimi e piccole mensole appoggiate al muro con del semplice filo di spago, le tendine e i piccoli centrini fatti con le sue mani attiravano l'attenzione e l'invidia di molte comari che, naturalmente, non avevano altrettanti talenti.
Condividevano la casa con loro compagno di lavoro, un cavallo biondo, docile, lavoratore instancabile, un vero tesoro per il nonno.
Erano passati pochi mesi dalle loro nozze, e la nonna,in una notte di luna piena, tanto luminosa che entrava dalle fessure di legno della persiana verde dell'unica finestrella che c'era, si svegliò per prendersi dell'acqua da bere..rimase sconvolta da ciò che vide. La mattina dopo raccontò tutto alla mia bisnonna:"mamma, mamma ho una fata in casa! Al mio cavallo si intrecciano i capelli e la mattina si ritrovano sciolti e con i boccoli". Naturalmente sua madre non le credette. Ma la cosa si ripeteva ogni notte, puntualmente, finché la mia bisnonna si decise a dormire con la figlia quando il marito fosse rimasto fuori nei campi a dormire. Le due donne attesero sveglie tutta la notte, non successe nulla; idem la seconda notte. Ma, la terza notte, quando anche mio nonno si accovacciò su una balla di fieno vicino al cavallo, la magia ritornò. La criniera lunga e bionda si riempiva di piccole trecce, il cavallo restava immobile come una statua, così come la mia bisnonna che non credeva ai suoi occhi... "figlia mia" le diceva, "hai la fortuna dalla tua parte, speriamo che sia per tutta la vita".
Ebbero un figlio, mio padre, era nato morto..poi mia nonna lo immerse nell'acqua calda poi in quella fredda e cominciò a piangere...Dopo sei anni ebbero una figlia, ...la felicità, l'armonia regnava in quella casa. Non litigavano mai, appena si accennava a qualche rimprovero di famiglia mio nonno scoppiava in una sonora risata "ma pensa alla salute..ah ah ah...che sono queste sciocchezze!" nessuno lo capiva mio nonno..dicevano tutti che era strano, vestiva in maniera eccentrica, si inventava di tutto..ma, il fatto che sapesse leggere il futuro creava intorno a se un mistero ed aveva pertanto il rispetto di tutti..
Un giorno una zingara si fermò davanti alla porta della mia bisnonna, lei aveva molta paura degli zingari perché avevano portato via molti bambini nel paese negli anni della sua adolescenza, siccome aveva con se i nipoti quando i miei nonni andavano in campagna, la scacciò via malamente. La zingara le predisse imminenti lutti in famiglia e prese a dire parole sconnesse ed anatemi di una cattiveria inaudita. La sera stessa andò da lei suo genero dicendole che il raccolto era andato bene e che avrebbero preso una casa più grande ormai la famiglia stava crescendo. E così fecero... Mia nonna riempì quella nuova casa d'amore e di oggetti fatti da lei, i fiori recisi non mancavano mai, diceva sempre "mamma la gente quando passa si ferma ad ammirare la  mia casa, perché? anche se metto le tendine, ci sono persone che aprono addirittura la porta per guardare dentro cosa c'è"... "E' l'invidia, figlia mia, Dio ti ha dato un dono incredibile, hai le mani d'oro, qualunque cosa tu decida di fare ti riesce bene, anzi benissimo e questo alle altre signore non fa certo piacere, perché i mariti vanno da loro e cantano le tue lodi. Io lo so perché quando vado da Marietta, al negozio, le sento parlare ma, appena entro e mi vedono, chiudono la bocca!"
"L'invidia?... è una brutta cosa l'invidia mamma?" (domandava ingenuamente mia nonna che al suo primo invito alla suocera aveva riempito la casa di tagliatelle, non sapendo le dosi ne aveva fatte così tante che erano dappertutto, sul letto, sulla credenza..persino sul coperchio della conca di rame che conteneva l'acqua da bere!...)
 "Sì...per invidia si è arrivato ad uccidere, figlia mia!" rispose la mia bisnonna.
Neanche sei mesi è restata in quella casa mia nonna...Da quell'episodio mia bisnonna suoleva dire sempre "figli miei le pareti della casa hanno un'anima, se siete felici in una casa non cambiate mai, perché cambierà anche la vostra fortuna!"
 Dopo poche settimane di punto in bianco il cavallo morì...era il 6 ottobre 1942, ne comprarono un'altro malgrado il loro dolore, serviva nei campi, ma non era lo stesso cavallo...non aveva la stessa magia. Il 6 dicembre mia nonna si ammalò, mio nonno non era in casa in quel periodo, tornò per Natale...la situazione non era rosea.. le cure sembravano fare effetto eppure lei peggiorava ogni giorno...finché la notte del 5 gennaio si alzò, andò verso il suo cavallo cominciò a pettinarlo chiamandolo con il nome dell'altro..."Bruna, mi hai lasciata e con te se ne andata anche la mia fortuna..."
Sua mamma che non la lasciava mai da quando si era ammalata, piangeva dietro il paravento che divideva quell'enorme stanza dal letto nuziale. Pettinò quel cavallo per tutta la notte..pareva star bene. era in forma, sembrava non avesse più niente... Era splendida mia nonna! ..alle cinque del mattino si era lavata, vestita, un rametto di lavanda chiusa in un piccolo fazzoletto che lei poneva vicino al seno...non uscì quella mattina...stette con i bambini fino all'ora di pranzo poi disse alla sua mamma porta via i bambini, che mangino da te io vado a sdraiarmi sono stanca. Morì di lì a poco. Era i 6 gennaio 1943.
La cosa più assurda è che mio nonno sapeva! Le feste natalizie erano finite e lui doveva tornare in campagna...ma tornò indietro poche ore prima che lei spirasse. Le tenne la mano, ma lei non si accorse della sua presenza e lo chiamava in continuazione. Quando si addormentò per sempre mio nonno non pianse...non gli uscì una lacrima..le diede un bacio e sparì per settimane. Coprì il suo grammofono, lo pose sul suo cavallo e partì senza neanche salutare i suoi figli. Aveva provato a non credere a quello che inconsapevolmente lui aveva già letto sul suo destino..
ma il fato è un nemico crudele, senza pietà alcuna...non guarda in faccia a nessuno. Adesso l'invidia delle comari doveva cambiare rotta rivolgendosi a qualcun'altro.
Ho ereditato dalla mia nonnina le sue mani, mi dicono, spero che l'invidia però intorno a me abbia vita difficile, perché dall'alto di quella stella ci sono due persone speciali che mi proteggono...

Ciao nonna Sabina e nonno Antonio...





                                                     Costy 17 settembre 2010