La neve ha smesso di cadere copiosa ed il sole tiepido comincia a far capolino;
lo stupore e la gioia iniziale ormai hanno lasciato il passo all'angoscia e all'attesa domanda "ma quando si tornerà alla normalità??"
La neve è ancora lì anche se non scende più crea ancora piccoli o grandi disagi, ed allora i pensieri si affacciano sulla vulnerabilità di noi tutti. Viviamo in grandi città certi che le istituzioni, come in una grande famiglia, si occuperanno di noi nelle difficoltà estreme; pensiamo che, dopotutto, siamo cittadini scrupolosi ed osservanti della legge e che questo ci dà il diritto ad aspettarci efficacia ed efficienza.
Beh!, mai come in questi giorni ognuno di noi ha compreso quanto la solidarietà di un vicino di casa, o di un cittadino comune, di un volontario possano fare la differenza.
Mai come in questi giorni, quel palpito di umanità sopita sottopelle, ha trovato vigore e desiderio di essere collettività prima ancora che umanità!
Vi siete resi conto che l'essere soli significa essere dimenticati il più delle volte? Ostinarsi burberamente a vedere la solitudine come una tranquilla rassegnazione e desiderio intrinseco di non essere disturbati non è un poi la favola che ci si racconta ogni giorno per renderla divertente.
Questi eventi saranno spesso presenti nelle nostre vite, allora faremo bene a riflettere sui veri valori, sull'essenziale, su cosa veramente serve a noi tutti per la sopravvivenza. Ci accorgeremo tutti che le cose più umili, quelle di anziana storia, quelle che noi teniamo in bella mostra come pezzi da museo potrebbero salvarci la vita. Non la corrente elettrica, non il Pc, né il cellulare nessuna delle nuove tecnologie può aiutarci quando si esauriscono le varie cariche. Ci viene in aiuto la natura, la capacità di adattamento che noi abbiamo nel sangue ma che abbiamo dimenticato...il riconoscere cibi selvatici e commestibili, conoscere le erbe medicinali, le maniere più consone di ricavare dell'acqua potabile...e via dicendo. Un giorno un personaggio strano avvertì il mondo che bisognava essere consapevoli che la tecnologia avrebbe avuto i suoi limiti e che dopo l'ultimo viaggio l'uomo sarebbe sopravvissuto solo se finalmente avesse usato il cervello per salvare se stesso ed il piccolo nucleo di persone che fosse stato insieme a lui. In circostanze così estreme si pensa agli altri prima che a se stessi, non solo per altruismo ma per necessità che si salvi la persona che più di altri possa proseguire il cammino e rafforzare quello di chi è a lui vicino.Penserete che la neve mi abbia dato alla testa...forse è vero o forse è tanto che ci penso... quanto siamo vulnerabili se restiamo barricati nei nostri castelli/case e nelle nostre convinzioni in attesa del giorno che si fa sereno.
Che belle cose che scrivi Costy, tutto vero... hai ragione.
RispondiEliminaQuesta foto ha delle sfumature di colore delicate come te.
Buona domenica.
Ale
"...in attesa che il giorno si fa sereno"
RispondiElimina...nelle avversità esce all'esterno la vera forza che traina l'essere umano...la solidarietà...
un abbraccio, con affetto..
dandelìon
@Ale, sempre dolce e gentile, grazie
RispondiEliminaperché sai cogliere i miei sentimenti.
Un abbraccio e un augurio di serenità per te.
Costy
@Sì, Dandelìon, in attesa che il giorno si fa sereno lasciamo che il vento impetuoso si calmi ma, riflettendo sul nostro divenire come sul nostro passato.
RispondiEliminaDolce serata amica cara
Condivido...questi eventi saranno spesso presenti, e faremo bene a riflettere sui veri valori, sull'essenziale e le cose più umili, mi piace "quelle che noi teniamo in bella mostra come pezzi da museo potrebbero salvarci la vita"...buona domenica
RispondiEliminaNon penso affatto che la neve ti abbia fatto dato alla testa, semmai ha dato a te ed a molti.... al cuore. Ogni occasione può essere buona per riflettere sul senso della vita, sulla precarietà della stessa come anche sui suoi grandi valori.
RispondiEliminaHai solo espresso la tua sensibilità e la testa in questo c'entra poco, è appunto una questione di cuore, ma per non essere fraintesa in romantica semmai potrei anche dire di pancia!!
In tutte le circostanze di disagio estremo o di difficoltà c'è sempre una luce che illumina ed è quel senso di umanità dato dalla solidarietà. Anche uno sconosciuto diventa un fratello e tutti ci scopriamo non autosufficienti ma nella necessità e nella bellezza di sentirci uniti agli altri. un unico corpo!